SOCIAL NETWORK E GUERRIGLIA MARKETING

Social Network, Come funziona il Guerriglia Marketing su Internet. Parliamo di Hating, Neuro Marketing, Community Engagement e Click Farm.

Oggi nel nostro BLOG abbiamo voluto ospitare un articolo scritto da un nostro collaboratore che può vantare una vasta esperienza nel campo Social e quindi potrà raccontarci qualcosa di interessante.

L’enorme complessità di questo argomento necessiterebbe di un più ampio spazio.

Guerriglia Marketing Social Media
SOCIAL MEDIA GUERRIGLIA

Guerriglia marketing (dall’inglese/spagnolo Guerrilla Marketing) è classificata come “UNA FORMA DI PUBBLICITÀ NON CONVENZIONALE”.
Secondo Wikipedia, uno dei primi esempi di guerrilla marketing è stata la leggenda metropolitana messa in rete, e da lì lanciata dagli altri media, in cui si parlava di quattro cineasti scomparsi in una foresta del Maryland nel 1994, di cui sarebbero state ritrovate le riprese a distanza di anni; un sito web trattava del caso, e dopo poco uscì nei cinema il film The Blair Witch Project (1999).

LA MIA ESPERIENZA PERSONALE

Alcuni anni fa mi è capitato di scontrarmi con un’attività di ristorazione, in una fase in cui non avevano ancora messo piede né sul web né sui social network.
In pratica, in rete NON ESISTEVANO.
Fu il sottoscritto a sollevare un polverone, con un post estremamente provocatorio.
L’attività minacciava di richiedere dei danni, e si rifiutava di erogare il servizio nei miei confronti: non avevano capito che quell’episodio avrebbe potuto invece trasformarsi in un’opportunità.

IL CONCETTO DI HATING NEI SOCIAL MEDIA

Nel gergo di internet un hater è una tipologia di utenza aggressiva che, approfittando di internet, insulta dei soggetti, solitamente famosi, o intere fasce di popolazione.
Dal punto di vista pubblicitario, invece, un hater è un soggetto che accresce la visibilità e la popolarità di qualcuno, in una maniera che in sua assenza gli potrebbe essere preclusa.
Il fenomeno della “Guerriglia” e dell’”Hating” ha assunto una tale dimensione da rendere IMPOSSIBILE la distinzione tra il marketing “tradizionale” e queste forme “non convenzionali”.

CASE STUDIES DI “GUERRIGLIA” - OPEN TO MERAVIGLIA

 Open to Meraviglia è la campagna pubblicitaria del Ministero del Turismo. Con un budget di 138.000 € hanno digitalizzato la Venere di Botticelli, che compare sia su Instagram che sul sito web.
A proposito del sito web…
Si sono “dimenticati” di registrare il dominio, che in un primo tempo sembrava essere stato acquistato da un utente Facebook per 0,99 € e successivamente da una Web Agency per 4,99 €.
La stessa Web Agency, dopo essersi aggiudicata dell’indirizzo “opentomeraviglia.it” – ora, sembra quasi, abbia tappezzato il suo profilo instagram con una campagna di HATING nei confronti del Ministero. Sui social li accusano di aver acquistato i suoi 200.000 followers, e che le 256.000.000 milioni di reactions di cui si sono vantati in un post sembrano anch’esse di natura fraudolenta.
La testata “OPEN” ha dedicato una decina di articoli ai vari strafalcioni di OPEN TO MERAVIGLIA, incluso l’utilizzo maldestro dei traduttori automatici e l’utilizzo di foto provenienti da città sbagliate o addirittura dall’estero, incrementandone ulteriormente la visibilità.

Open To Meraviglia
Social Media
LA CURA

Citando Wikipedia alla fine del 2016, cinque siti di notizie false vennero creati dalla 20th Century Fox. Vari articoli su celebrità (come uno sulla presunta conversione all’Islam di Lady Gaga, uno sulle abolizioni delle vaccinazioni da parte di Donald Trump e tanti altri) vennero poi condivisi su Facebook, ricevendo pareri estremamente negativi da parte dei lettori. È stato poi successivamente annunciato che si trattava di una campagna pubblicitaria per il film “La Cura dal benessere”, in quanto ogni articolo conteneva l’hashtag #cureforwellness.
Oltre ciò, la casa di distribuzione aprì anche un canale YouTube dal nome Take The Cure. Al suo interno, sono stati caricati otto video, ma solamente negli ultimi quattro è stato scritto il titolo del film e la sua data di uscita. Tra i primi quattro, troviamo There Is A Cure e tre finti tutorial di meditazione, Air Is The Cure (in cui è presente una ripresa aerea di una sezione della location), Water Is The Cure (dove è presente la nota ripresa della Goth mentre è immersa nelle acque, che in questo video viene ripetuta in loop) ed Earth Is The Cure (in cui è presente uno screenshot animato di una scena che ritrae DeHaan seduto in una panchina di fronte alle Alpi).

LA MIA ESPERIENZA COME SOCIAL MEDIA MANAGER

Nel mio percorso professionale, dopo dieci anni di Desktop Management, sono stato prima Content Creator e successivamente Social Media Manager.
Quando si è trattato di riesumare dal baratro un’attività che a causa delle politiche pandemiche e post-pandemiche dello stato era a corto di clienti, ho assunto anche il controllo dei profili personali dei titolari, cercando di costruire un’immagine coerente con il prodotto che veniva poi venduto attraverso lo strumento del Business Manager e le relative sponsorizzazioni a pagamento.
Quello che spesso accade, però, è che a fronte di una o più inserzioni sponsorizzati sui social network – nonostante la corretta impostazione del target – si ricevano uno o più riscontri provenienti da aree geografiche che nulla hanno a che vedere con il bacino di utenza selezionato.
Questa è una delle anomalie ancora presenti su META, a fronte delle quali consiglio di ponderare molto attentamente il budget di spesa delle promo.
Il mio personale consiglio su come investire il budget potrebbe essere riassunto in due punti.
1) Investire in una maggiore visibilità e fruibilità del proprio sito web attraverso la SEO.

2) Potenziare il Community Engagement sui social network con pubblicazioni FREQUENTI e di QUALITA’

Social Media icone
Digital marketing
COMMUNITY ENGAGEMENT, CLICK FARM E BOT

L’intelligenza artificiale ha prodotto “la guida essenziale per l’utilizzo dei social network a scopo commerciale” in dieci punti. Uno dei punti salienti potrebbe essere sintentizzato così: conosci il tuo pubblico, o meglio, identifica il TARGET.
Dopotutto è quello che Facebook, Google e Amazon fanno con noi quotidianamente: secondo quanto previsto dall’ ACCORDO DI LICENZA CON L’UTENTE FINALE, raccolgono informazioni, stilano un PROFILING e suggeriscono miratamente i prodotti che l’utente sta cercando.
Per chi volesse approfondire questo tema in tutte le sue sfaccettature, suggerisco la lettura del libro “The Age of Surveillance Capitalism” di Shoshana Zuboff.
Chiaramente nessuno di noi può essere attrezzato al pari di uno qualunque dei colossi che ho appena citato. Ma può comunque investire del tempo per raccogliere informazioni sul suo potenziale pubblico attraverso i social network. O interrogare la propria COMMUNITY attraverso dei sondaggi.
E’ bene che i FEEDBACK di provengano da utenti reali, piuttosto che da da qualche CLICK FARM.

Una click farm è una forma di click fraud in cui un folto gruppo di lavoratori a bassa retribuzione viene assunto per fare clic su link pubblicitari a pagamento per il click fraudster (click farm master o click farmer). I lavoratori fanno clic sui collegamenti, navigano nel sito web di destinazione per un periodo di tempo ed eventualmente si iscrivono alle newsletter prima di fare clic su un altro collegamento. Per molti di questi lavoratori, fare clic su un numero sufficiente di annunci al giorno può aumentare notevolmente le loro entrate e può anche essere un’alternativa ad altri tipi di lavoro. È estremamente difficile per un filtro automatico rilevare questo traffico simulato come falso perché il comportamento del visitatore appare esattamente uguale a quello di un vero visitatore legittimo.
I like falsi generati dalle click farm sono essenzialmente diversi da quelli derivanti dai BOT, dove i programmi per computer sono scritti da esperti di software. Per far fronte a tali problemi, aziende come Facebook stanno cercando di creare algoritmi che cercano di cancellare gli account con attività insolite (ad esempio, mettere mi piace a troppe pagine in un breve periodo di tempo).
Facebook/META ha dichiarato che: “Un like che non viene da qualcuno veramente interessato a connettersi con il marchio non giova a nessuno. Se gestisci una pagina Facebook e qualcuno ti offre un aumento del numero di fan in cambio di denaro, il nostro consiglio è quello di andarsene, anche perché è contro le nostre regole e c’è una buona probabilità che quei “Mi piace” vengano cancellati dai nostri sistemi automatici. Indaghiamo e monitoriamo i “fornitori di Mi piace” e se scopriamo che vendono falsi “Mi piace”, o generando conversazioni da profili falsi, li bloccheremo rapidamente dalla nostra piattaforma.
Nel dicembre 2014, Instagram ha effettuato un’epurazione definita “Instagram Rapture” in cui sono stati colpiti molti account, incluso l’account stesso di Instagram, che ha perso 18.880.211 followers

SOCIAL NETWORK E GUERRIGLIA MARKETING
LA NEURO-ECONOMY AI TEMPI DEL METAVERSO

Un’altra attività che fa parte della guida essenziale per l’utilizzo dei social network a scopo commerciale, è il monitoraggio delle prestazioni: analizzare periodicamente il TRAFFICO generato e le sue SORGENTI.
Tendenzialmente i social network e la SEO devono portare l’utente al sito web, specie in un contesto di eCommerce, dove l’utente può finalizzare il suo acquisto.
Se la visibilità è l’audience sono fattori essenziali, è anche vero che parte di esse deve essere convertita in vendite.
Un tempo si diceva che l’acquirente medio, inconsciamente, non acquista un prodotto ma il suo venditore.
Questa regola, nonostante l’enorme progresso tecnologico, è sempre valida.
Se nel precedente paragrafo ho sottolineato l’essenzialità di conoscere il proprio pubblico, altrettanto essenziale è che il pubblico conosca te, e che possa apprezzare uno più aspetti della tua identità.
Questo compita spetta al CONTENT CREATOR della tua WEB AGENCY di riferimento.

Marco Isella

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